Tutti i manutentori dei pacchetti RPM di Fedora sono infatti incoraggiati a collaborare con i progetti upstream in modo che le patch prodotte per risolvere qualche bug siano incluse nel progetto originale.
Questo ha due importanti effetti: il primo è che la difficoltà nel mantenere un pacchetto è inferiore, visto che ad ogni nuovo rilascio il pacchetto si semplifica rimuovendo le patch non più necessarie.
Il secondo è che le altre distribuzioni ne beneficiano allo stesso modo, e gli sviluppatori possono spendere il loro tempo in altre attività.
Tutto questo è molto bello in teoria, ma in pratica, come si sta comportando Fedora? Seth Vidal (autore, fra le altre cose, di Yum) ha risposto a questa domanda in un suo recente post. I risultati sono i seguenti:
F7 - 7648 patches in 4226 srpm
1.81 patches per srpm
F8 - 8191 patches in 4834 srpm
1.69 patches per srpm
F9 - 9350 patches in 5547 srpm
1.69 patches per srpm
F10 - 9595 patches in 6406 srpm
1.50 patches per srpm
rawhide - 10548 patches in 7444 srpm
1.42 patches per srpm
E' interessante notare come il numero di patch per pacchetto sia (in media) particolarmente basso, ma soprattutto in diminuzione col passare del tempo.
Inoltre, si può anche notare come il numero di pacchetti presenti nei repository stia continuando a crescere al ritmo di circa il 15% ad ogni release.
Di questo passo finiranno presto i software da pacchettizare, per cui se qualcuno di voi ha in animo di diventare un collaboratore è meglio che si sbrighi!!!